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Tyler, gourmet ossessivo, invita Margot, misteriosa 'fidanzata', ad accompagnarlo a Hawthorn, un ristorante stellato nel cuore di un'isola privata. A gestirlo, come una caserma, è Slowik, chef di cucina molecolare che promette un menu da sogno guarnito da rivelazioni e sorprese. Tra una portata e l'altra, che Tyler degusta vorace, e Margot declina irritando Slowik, uno spettacolo macabro prende progressivamente forma. Circondata da celebrità del cinema e squali della finanza, critici gastronomici deliranti e habitué, Margot è la prima ad avvertire il clima ostile. Intanto la sua inappetenza attira l'attenzione dello chef che le fa una terribile rivelazione. Margot deve comprendere presto le regole del gioco o pagarne il prezzo con gli altri convitati. Nella storia dei 'film di ristorazione', The Menu aspira a uscire dai sentieri battuti della commedia culinaria ('Big Night', 'Ratatouille', 'Dinner Rush', Délicieux, 'Sapori e dissapori'...) e a smarcarsi dai programmi televisivi galvanizzanti ("Hell's Kitchen", "MasterChef Italia", "Dinner Club"...) costruiti intorno a personalità esplosive come lo chef britannico Gordon Ramsay o il nostrano Carlo Cracco. Horror culinario, 'The Menu' arriva dopo ''Pig'' e ''Boiling Point'' nel dipingere il fallimento di un sistema e di un mondo che non ha più i piedi per terra. A Hawthorn il prezzo è 1.250 dollari a testa, sottomissione allo chef inclusa. Ti rimetti al suo genio e lui in cambio ti offre la trascendenza su un piatto d'argento. Un'introduzione efficace tratteggia personaggi e personalità che bramano le 'esperienze' e venerano il cibo rarefatto, tutti tranne Margot, outsider senza ricchezza e senza privilegi che fuma sigarette e se ne fotte delle papille gustative. Come 'Pig', western culinario tra campagna e città, la commedia orrorifica di Mark Mylod è nemica della sofisticazione mondana, che ha finito per corrompere le proprie scale di valori. Accomodati i suoi ospiti, inebriati con rossi invecchiati o bianchi ghiacciati, punta i riflettori sul suo chef che recita marziale la sua filosofia alimentare. Le sfumature sono sinistre ma i commensali sono in estasi e non vedono il codice 'matrix' sottostante, fino alla terza portata, tortillas 'incise' e personalizzate. E a quel punto è troppo tardi. ... |